Isolamento forzato: come il virus ha cambiato la nostra vita
Questo è un periodo difficile, perché il coronavirus ci ha isolati nelle nostre case e ci ha reso paurosi e soli, niente parenti, niente amici, niente uscite e passeggiate e tanta paura di ammalarsi.
Capire che cos’è il virus, da dove è arrivato e come possiamo affrontarlo, si è reso indispensabile, quindi attraverso varie fonti di informazione abbiamo affrontato il problema. Un altro problema era tenersi in contatto come redazione e scrivere a distanza l’articolo: grazie al cellulare e al computer, in questi mesi abbiamo potuto vederci virtualmente e collaborare per scrivere le nostre opinioni ed emozioni, paure, risorse.
Quante storie ci hanno attraversato in questo periodo. ll virus è comparso in Cina, nella città di Wuhan a dicembre 2019, provocando gravi polmoniti che hanno colpito migliaia di persone. Le autorità Cinesi hanno informato l’OMS, la notizia si diffusa nel mondo. E’ stata segnalata la comparsa di un virus rinominato Sars Cov 2 – sindrome respiratoria acuta. Il contagio è avvenuto nel mercato di Huanan a Wuhan, il virus ha fatto un salto di specie passando dagli animali all’uomo. Pure esistendo vari tipi di virus similari, questo è nuovo, sconosciuto. Il contagio è arrivato anche in Italia e già si era diffuso nel mondo, così il 9 marzo l’Italia è entrata in lockdown, con zone rosse come nel Lodigiano. Dal giorno 11 marzo l’OMS ha dichiarato quella di Sars Cov 2 una pandemia. Sono rimasti aperti in Italia e nel mondo solo i servizi essenziali.
Il nostro Centro Diurno a Somma Lombardo è stato costretto a chiudere, sempre il giorno 11 marzo, così tutti noi ci siamo ritrovati catapultati in una nuova e strana situazione di isolamento forzato. Ci siamo trovati a provare paura, ansia, che poi si sono tramutati in depressione, oppure sono rimaste sensazioni che mutano di giorno in giorno come il mutare del virus. Ci trasformiamo con lui?
Attualmente siamo nella fase 2 e ci avviamo alla fase 3 con la riapertura quasi totale delle attività commerciali: i numeri dei contagi variano continuamente, la situazione sanitaria nella nostra regione, la Lombardia, presenta ancora delle criticità. Quello che ci appare chiaro è che vi sono regole sociali esatte da seguire con grande senso di responsabilità: la prima e più utile è il distanziamento sociale, oltre a lavare e igienizzare le mani e utilizzare la mascherina, che risulta essere anche il più difficile da sostenere a livello psicologico e quando incontriamo le persone.
Non sappiamo quando se ne andrà questo virus, non c’è una cura o vaccino ancora, se non sparirà o potremo controllarlo, occorre tanta prudenza e senso di responsabilità da parte di tutti noi per se stessi e i propri cari. In generale le certezze non ci sono, neanche sull’origine forse del virus, i pareri degli esperti sono a volte contradittori, la burocrazia incombe in tutte le procedure per riattivare la vita sociale ed economica.
Le persone con disabilità, molto tardi sono comparse nei DPCM emanati in questi mesi.
In attesa di una riapertura del nostro Servizio Diurno, quello che ci chiediamo è “quando ci riabbracceremo?”. Quando succederà ci sarà una nuova vita, amore, sarà fantastico. Per ora ci sentiamo di dire che viviamo una falsa normalità, determinata dalla distanza e dal non poter agire gesti d’affetto o di cortesia. Le emozioni che viviamo sono dominate da amarezza, delusione e talvolta un po’ di rabbia. Quando le emozioni potranno fluire dai nostri gesti, allora sarà come una primavera, dopo un gelido inverno. Non facciamo come Don Ferrante, l’intellettuale dei Promessi Sposi, che non prese nessuna precauzione contro la peste, la prese e morì, prendendosela con le stelle! Se saremo responsabili riusciremo veramente noi, ancora e per lungo tempo, a vedere le stelle.