Nobile figura di antica famiglia milanese e di prete ambrosiano
Innanzitutto un grazie sentitissimo e doveroso al Signor Sindaco che ha accolto il mio suggerimento di intitolare un angolo così significativo come il Lazzaretto al compianto Prevosto.
Commemorare mons. Marco Sessa a cinquant’anni dalla sua partenza da Somma, è stata per me un’emozione e un grande onore, che si fonde in personali ricordi di gioventù, quando con l’amico carissimo don Ezio Piazza gli eravamo vicini nelle celebrazioni e nella sua vita privata in casa parrocchiale. Ricordi indelebili che rimangono per noi fulgidi insegnamenti e scuola di vita.
Ho conosciuto nel quotidiano mons. Prevosto già anziano. Provvida e autorevole guida spirituale del suo popolo per trentasette anni. Dedicargli un angolo prediletto della sua Somma, questo largo antistante la sua amata Chiesa del Lazzaretto, è ascoltare simbolicamente il battito del suo cuore accompagnato dal timbro inconfondibile della sua voce. Monsignore, mai dimenticò la sua parrocchia di Sant’Agnese, la sua chiesa prepositurale, la sua gente, anche quando per età e obbedienza si ritirò a Milano. Il distacco fu infatti un doloroso momento, affrontato con animo sereno e confortato dalla affettuosa vicinanza di tanti figli spirituali e amici. Primo fra tutti il Cardinale Arcivescovo di Milano Giovanni Colombo che ringraziandolo per il bene da lui compiuto, così gli scriveva: “La riconoscenza di tutta Somma, quella di moltissime anime sparse per la Diocesi, e la mia personale, la circonderanno sempre. Le sia di conforto la testimonianza della sua coscienza e quella del suo Vescovo, che di Lei si compiace come uno dei suoi migliori sacerdoti”. Monsignore va ricordato così!
“Dedicargli un angolo prediletto della sua Somma, questo largo antistante la sua amata Chiesa del Lazzaretto, è ascoltare simbolicamente il battito del suo cuore accompagnato dal timbro inconfondibile della sua voce.”
Marco Sessa, nato a Milano il 1° settembre 1887 da nobile famiglia di antico stampo crebbe in un ambiente distinto per elevati sentimenti formati sulla carità e all’adempimento scrupoloso del dovere. Nominato nel 1932 all’importante prepositurale di Sant’Agnese, fece il suo solenne ingresso il 22 maggio dello stesso anno.
Iniziò il suo lungo apostolato con il rinnovamento organizzativo dei sodalizi parrocchiali, avveduto amministratore diede mano ad un vasto programma di rinnovamento esteriore delle chiese sommesi da tempo abbandonate all’incuria affidando al noto architetto Annoni lo studio per una priorità degli eventi. L’opera che lo contraddistinse e lo vide impegnato con tanto amore fu il ripristino della chiesetta del Lazzaretto restaurata, affrescata, abbellita anche all’esterno con filare di cipressi e adornata di artistiche cappellette, venne completata con un’ampia scala di accesso posta tra i secolari pini che ancora oggi fanno del Lazzaretto un’oasi di preghiera e di pace. Vennero gli anni bui del secondo conflitto mondiale e l’attività pastorale di don Marco si moltiplicò con zelo prudente ma tempestivo per soccorrere le famiglie dei richiamati per lenire tante miserie, per aprire segretamente le porte agli sbandati e ricercati politici e per organizzare contatti con i parrocchiani al fronte o in zone di operazioni militari. Non mancarono dolorose circostanze ma il suo tempestivo intervento valse più di una volta a salvare persone accusate di tradimento la cui sola colpa era di amare la patria.
Ritornata la pace e affrontata coraggiosamente la ricostruzione morale e materiale, don Marco iniziò la grande opera per dare ai figli dei lavoratori sommesi la possibilità di una vacanza estiva: sorse così tra mille difficoltà la colonia di Pio XII di Finero.
“L’opera che lo contraddistinse e lo vide impegnato con tanto amore fu il ripristino della chiesetta del Lazzaretto restaurata, affrescata, abbellita anche all’esterno con filare di cipressi e adornata di artistiche cappellette”
Elevato alla dignità di monsignore, insignito del Cavalierato al merito della Repubblica e della Commenda del Santo Sepolcro, il 12 giugno 1960, tutta la popolazione gli tributò solenni festeggiamenti che coincidevano con il suo giubileo sacerdotale.
La sua opera continuò senza soste nell’intraprendere nuove iniziative pastorali ed assistenziali. Lo sviluppo delle Acli e della Cooperativa Cattolica, il potenziamento della Corale di Santa Cecilia, l’UNITALSI per il conforto degli ammalati, l’incoraggiamento all’AVIS, la costituzione della San Vincenzo, l’amore per la montagna e il suo contributo di alpinista e sacerdote lo fece partecipe alle fatiche per la costruzione del rifugio Città di Somma in Val Formazza.
Si prodigò per la costruzione dell’Auditorium e del nuovo oratorio femminile con la rinnovata Biblioteca Cattolica.
Promosse la pubblicazione del bollettino mensile della Parrocchia di Sant’Agnese “Vita Nostra”, che dal 1937 al 1967 ha rappresentato l’unico strumento locale di informazione e nello stesso tempo di formazione culturale. L’elenco di opere da lui compiute è copioso, impossibile citarle tutte.
Dopo tanta operosa fatica, con un’impronta inconfondibile del suo zelo pastorale mons. Marco Sessa sentì che era giunto il momento doloroso della separazione rimettendo nelle mani dell’Arcivescovo di Milano le sue dimissioni. Era il 30 settembre 1969.
Si ritirò nella casa del clero a Milano seriamente ammalato e vi restò fino alla fine sopraggiunta il 17 agosto 1973. La sua scomparsa fu motivo di grande cordoglio per tutta la popolazione sommese. Nel suo testamento si ricordò della nostra parrocchia, lasciando in eredità il suo prezioso servizio da messa, opera orafa del grande artista Alfredo Ravasco.
Oggi, a lui riconoscenti siamo certi che dall’Alto ci guarda e ci benedice.