Una risposta rivoluzionaria
Crisi è una parola che mette paura.
E’ una parola che quando ti arriva vicina capisci quanto faccia parte della vita di tutti i giorni di persone a te vicine o alla tua stessa famiglia. Toglie dignità, non sei più una persona, sei un esubero, sei un peso per la comunità. Devi imparare a chiedere soccorso in una comunità che ti giudica un perdente e che comincia ad avere paura di te, si allontana da te, ti emargina in un mondo parallelo di cui avevi conoscenze letterarie, televisive o solo cinematografiche e quindi molto lontane da te.
La storia di Valerio è emblematica e spiega meglio di ogni invenzione, naturalmente Valerio non è il suo vero nome ma noi lo chiameremo così.
Valerio era uno di noi.
Dico “era” perché alle volte non serve morire per non essere più “uno di noi”.
Valerio era uno di noi perché aveva una famiglia, un lavoro, una casa. Viveva nella nostra comunità.
Eppure è bastato poco per trasformare una storia ordinaria in una storia straordinaria di desolazione, di povertà. Valerio perde il lavoro e la sua esistenza si avvita in una spirale di angoscia.
Le bollette non vengono pagate, una, due, tre, poi le utenze vengono staccate.
La casa di Valerio precipita nel buio, come la sua vita.
Ma se la rassegnazione mette in ginocchio, l’amore rialza.
L’amore per i figli fa fare cose straordinarie, e quando arriva la sera Valerio accende le candele.
“E’ un gioco” dice ai bambini “ceniamo a lume di candela per festeggiare, come nei film”.
Valerio non vuole far pesare ai figli la nuova condizione di povertà, il suo essere ‘diverso’ dalle persone ‘normali’.
Le condizioni economiche di Valerio peggiorano, non riesce a trovare un nuovo lavoro, ma nella nostra città ci sono energie meravigliose e la rete di solidarietà si allarga anche a Valerio: il pacco alimentare, la Caritas, il passa parola per vedere se emergono posizioni di lavoro alle quali candidarlo.
La rete di solidarietà funziona. A Valerio, che è un tipo in gamba, viene proposto finalmente un nuovo lavoro.
Torna la luce, nella casa e nella vita.
E’ vero che la solidarietà ha salvato Valerio, è vero che ha sostenuto le persone in difficoltà attraverso la propria rete , ma è altrettanto vero che, data la dimensione e la crescita del fenomeno, la solidarietà non è sufficiente e non si può sostituire alle istituzioni .
Le istituzioni e i cittadini tutti dovrebbero fare propri i principi della solidarietà e farsi carico di progettare percorsi di reintegro nella comunità delle persone e dei nuclei familiari che si sono trovati in condizioni di povertà. La casa e il lavoro sono i cardini fondamentali della vita delle persone.
Revolutionary Road è questo.
Un progetto di Welfare di Comunità sovradistrettuale che ha l’obiettivo di aprire un percorso di sostegno alle vittime della crisi sui temi della casa e lavoro, ora chiamate nuove vulnerabilità. Progetto che vuole superare la logica dell’emergenza; agito e governato dalle istituzioni insieme al terzo settore, alle imprese verso le fasce dei propri “vicini di casa” che sono in sofferenza ma soprattutto prima che situazioni di difficoltà dei soggetti fragili diventino croniche: una comunità che si prende cura delle persone e famiglie che vivono sul proprio territorio.
Questo nuovo approccio al Welfare di Revolutionary Road vuole ad esempio aumentare le competenze di quanti cercano lavoro e devono gestire difficoltà abitative. Nel contempo facilitare e accelerare le procedure di accesso ai servizi per casa e lavoro, andando a rendere disponibili risorse che spesso sono inutilizzate. Promuovere la partecipazione attiva, superare stereotipi culturali, reperire risorse sarà un altro importante obiettivo. Tutti saranno chiamati a partecipare e sostenere le attività sul territorio, grazie al principio del “tutti possono fare e dare qualcosa”.
A cura di: Stefano Aliprandini, Assessore Politiche Sociali