Domande volutamente ingenue ma ovvie
Anche se a noi non arrivano missili e cannonate, anche se non subiamo danni materiali, fisici e psicologici (si fa per dire!!!), anche se non contiamo morti, ma come europei siamo fortemente coinvolti, noi Italiani stiamo rischiando molto e subiamo molti danni, non solo materiali, a causa delle mire espansionistiche di chi è entrato in casa d’altri per appropriarsi di ciò che non gli appartiene. È come se l’Alto Adige, a seguito di un suo referendum regionale decidesse di ritornare a far parte dell’Austria e questa attaccasse l’Italia per riprendersi quei territori. Lo scopo di questo articolo, ferma restando la vocazione dell’Italia all’accoglienza, alla generosità, all’ospitalità e all’integrazione degli aventi bisogno, è quello di evidenziare come la guerra ucraina, anche se non ci impegna in maniera diretta, sta provocando forti ricadute sulla quotidianità di moltissime famiglie europee e italiane. È doveroso qui elencare i numerosi danni che sempre e soprattutto le famiglie subiscono a causa di coloro che della guerra stanno abusando e grazie ad essa stanno facendo affari d’oro. È indispensabile che il presidente Mario Draghi, del quale continuiamo ad avere un’alta considerazione, conosca la sofferenza
delle “tasche” di tanti cittadini. Questi, dopo la batosta COVID, lotta che non è certo definitivamente conclusa, combattono giornalmente contro i considerevoli, in tanti casi inaccettabili ed insostenibili rincari del costo di beni essenziali. Ed ora è necessario entrare nello specifico. Gli Italiani sanno che esiste un “paniere” che elenca i prodotti e i servizi essenziali, i costi dei quali occorre tenere sotto controllo per una giusta e corretta ricaduta sulle tasche dei cittadini. Oggi i costi di benzina, gasolio, metano ecc. ecc. sono da ritenere talmente da “mercato libero” che, ad esempio, la riduzione delle accise deliberata dal governo non produce nessun effetto calmierante sui prezzi poiché i “petrolieri” se ne fregano altamente e decidono il costo dell’oro nero che spesso varia ogni 24 ore e quasi sempre in aumento rispetto al giorno precedente.
Non sarebbe meglio fare un po’ di passi indietro, ovviamente finché non termina questo terribile periodo e lo stato, come avveniva anni fa, determinasse egli stesso il costo massimo dei carburanti che oggi, nella loro fluttuabilità, fanno arricchire pochi e danneggiano tanti, riducendo sul lastrico molte, molte aziende oltre che tanti lavoratori ??
Si sa che in tempo di guerra i costi lievitano, ma se non vi è nessuno che mette un tetto alla libera determinazione del costo dell’oro nero, quei pochi centesimi di riduzione delle accise non basteranno a salvare le famiglie e tantomeno le imprese, molte delle quali stanno interrompendo la loro produzione, mettendo a rischio tanti posti di lavoro. È scontato che lo stesso ragionamento v ale anche per il metano che insieme al petrolio viene utilizzato per produrre anche energia elettrica. E anche qui vi sono continui e inspiegabili aumenti che si fa sempre più fatica a comprendere, ad accettare e a sostenere. Ma non finisce qui perché lo stesso discorso di aumenti incomprensibili e inaccettabili riguarda l’acqua dei nostri rubinetti che gestita da aziende “carrozzone”, presentano costi di gestione e mega stipendi che fanno rimpiangere il letturista e
l’apposito ufficio comunale d’altri tempi. Ma ciò che più indigna è assistere, da circa due mesi a questa parte, al continuo, incessante e sfrenato aumento di tutti i prodotti, alimentari e non e anche di quelli che dalla guerra non hanno ricevuto alcun danno.
Gli esercenti della piccola, media e grande distribuzione continuano ad applicare indiscriminatamente aumenti a tutti i prodotti, aumenti che partono dal 20% in su.
Quindi, considerato tutto ciò e dato che anche noi italiani “SIAMO IN GUERRA”, anche se non si capisce ancora bene contro chi, occorre che non solo il governo, ma anche le associazioni dei consumatori, i sindacati ecc. ecc., evidenzino con forza e determinazione questa grave situazione che alla lunga danneggerà sempre gli stessi che, come la storia
insegna, “uccide tanti poveri e ingrassa pochi profittatori”.
Gerardo Locurcio