“Se non farai il bravo bambino verrà il lupo a mangiarti”

Dai miei ricordi d’infanzia al vedere il modo “monellesco” di fare dei bambini/bambine d’oggigiorno, mi sovviene il ricordo di quell’ammonimento che mia nonna Maria mi diceva quando mi comportavo da discolo, onde inculcare nella mia “zucca” la sana norma chiamata educazione.
Questa frase, che era in uso da molti secoli prima, le mamme ma in particolare, le “nonne” vi ricorrevano per farsi ubbidire e calmare i “bollenti spiriti era la minaccia del Lùff. (leggi Lupo)
Infatti, mi ammoniva così: “Sa ti farett ul barabin vegnarà ul luff a ta purtarà via”. (Se non fai il bravo verrà il Lupo e ti porterà via), oppure: “Stagh atent a mia fa ul catf in- coeu, parchè ul luff stanocc ta mangiarà”. (Attento a non fare il cattivo oggi perché questa notte il Lupo ti mangerà).
In questi giorni mi sono dato da fare per scoprire il perché, ovvero la causa dell’insorgere di quest’usanza cioè di usare il LUPO come spauracchio per i piccoli? A quali fatti accaduti possiamo attribuirne la paternità?
Ebbene, consultando i registri anagrafici dei morti, custoditi nell’archivio della Parrocchia di S. Agnese di Somma Lombardo, ho trovato che, non erano infrequenti nei secoli passati, i casi di morte attribuibili all’aggressività del “Lupo”, detto anche “la Bestia feroce”. Qui di seguito ecco alcuni casi di morte violenta registrati nel 1600, attribuibili all’aggressività del lupo famelico, ove le vittime erano bambini o ragazzi inferiori ai dieci anni, copiati dal registro dei morti dell’Archivio della Parrocchia di S. Agnese di Somma L.
Adì 13.7.1650 fu amazato Franco figlio di Andrea Minatine nella Valle di Ticino d’anni 7 dal luppo.
Adì 10.8.1650 fu amazata Angela figliola di Gio Angelo Ginetto dal luppo d’anni dieci.
Adì 5.7.1651, fu amazato Angela figlia di Antonio Grossoni dal luppo nella campagna di Mezzana, d’anni 14 in circa.
Adì 29.12.1668 morse Paolo Giboso qual fu uscisso, figlio di Franco di età di 14 anni.
Altri casi avvennero nel corso degli anni e tra questi trascrivo:
1812, 31 Luglio: Giovanni Tergulia figlio del fu Antonio oriondo Tortonese, ed abitante sotto questa Prepositurale di Mezzana assalito e divorato da fiera selvaggia il giorno sei Giugno corrente anno in età d’anni sette compiti e ritrovata l’ossatura della di lui testa il giorno suddetto mese ed anno vi sono fatte le esequie da me infra scritto l’istesso giorno e quindi tumulata nel camposanto di questa Prep.le il di del mese ed anno sudd.o e In fede P. Carlo Crugnola Prevosto Vicario Foraneo.
Il Melzi a pag. 56 scrisse nel: Somma Lombardo, storia, descrizione e Illustrazioni:
“Alla guerra e alla peste tenne dietro la carestia, con qual danno dei nostri poveri padri ve lo dice il Burigozzo: “Che era un stremizio a vederli così secchi di fame.” E delle nostre campagne soggiunge: “per la campagna erravan lupi, che non s’ardiva andar attorno se non di brigata, e facevano tanto male in ammazzare putini e donne, e questo non era meraviglia a causa che nelle ville erano mancate le persone”.
Anche lo storico Morigia assicura che “molti furono mangiati dalla voracità dei lupi, i quali entravano insino nella città et dentro delle porte levavano fanciulli fuori dalle culle e dai letti loro”.
A questo punto mi viene da chiedere: “Ma il Governo che provvedimenti prese per contrastare il pericolo dei lupi?”.
In verità alcuni provvedimenti furono presi e fra questi la “Grida” nella quale si legge: ...che servir possano a liberare la Provincia della detta infestazione, ha disposto che debba essere subito combinata una generale Caccia con tutti gli Uomini d’Armi della Comunità, col Satellizio di tutte le Curie, e colle Guardie di Finanza.
E ancora: ...che da quella Tesoreria Camerale venga pagato il premio di cinquanta Zecchini effettivi a chiunque, o nell’atto della suddetta Generale Caccia, o in altra occasione avrà uccisa la predetta feroce Bestia: somma, che verrà subito sborsata dal regio Cassiere Don Giuseppe Porta.
Oggigiorno sono sicuro che la vecchia minaccia: “Se non farai il bravo bambino/a, verrà il lupo a mangiarti”, non sortirebbe l’effetto desiderato, poiché del “Lupo” o della “Bestia feroce”, nei nostri boschi non ve ne sono più, anche se, in verità, sono subentrati altre “bestie”, chiamate cinghiali.