Tracce storiche della frazione
Si pensa che l’esistenza di un insediamento umano in questo sito sia piuttosto antica, formato da poche persone dedite alla pesca a motivo della vicinanza del fiume Ticino, in quei lontani anni molto pescoso. Inoltre, in quel tratto di fiume esistevano “rapide” molto pericolose tanto da consigliare ai naviganti di sostare in attesa del momento migliore per superarle (Angelo Bellini nel suo libro “Uomini e cose d’Insubria”, a pag. 343 scrisse: “quel canale fu chiamato negli antichi documenti “Navigliazzo”, ed un tal nome fa supporre che abbia veramente servito alla navigazione delle barche, allo scopo di evitare le pericolose rapide del Ticino, corrispondenti alla Maddalena ed a Castelnovate).
In tempi recenti sembra che alcuni archeologi abbiano trovato frammenti di manufatti antiche, forse ligure o romane, a testimonianza di insediamenti abitativi.
Cercando notizie tra gli storici che scrissero della Maddalena di Somma Lombardo, direi di cominciare dal Giureconsulto pastore arcadico Francesco Campana, il quale pubblicando “Monumenti di Somma e luoghi circostanti” nel 1700, però della Maddalena non ne fece cenno.
Il conte Lodovico Melzi, nel suo libro “Somma Lombardo, storia descrizione e illustrazioni”, scrisse: “Ai tempi del visitatore Lionetto (1566), il buon prete così si esprime: “Dicono i sacerdoti esservi una cappella a due miglia da Somma dedicata a S. M. Maddalena dove si celebra nei dì festivi”.
In una annotazione che trovai nell’Archivio Plebano di S. Agnese vi è scritto: Nel testamento di D. Antonio Visconti, rogato da Giovanni Reposso pubblico notaio di Milano nel giorno di venerdì 14 dell’anno 1522: si nota che il D.° D.. Antonio Visconti ordinò che nella festa di S. M. Maddalena ai 29 luglio si canti messa con tutti i preti secondo il solito nella chiesuola della maddalena, ed i sacerdoti per elemosina abbiano un solo pranzo in d.° giorno, ed ogni anno in perpetuo nella casa di detto testatore o diansi loro i denari 5.
Per quanto riguarda la popolazione riporto quanto trovai all’Archivio di Stato di Milano, Fondo Censo, Parte Antica, Cartella 2010:
1537, 16 Agosto. Nota deli fochi dela Tera di Soma….. In la Magdalena casina de Soma:
- Andrieta de mezana massar,
- De Varallo massar,
- Paulo Molinar al molino dela Magdalena,
- Petro aus Molinar in la
1537.6. Ag. Descrizione fata nella terra e com.° de Soma de tutti li focolari et capi famiglia con il suo iuramento consign° a mi Jo Jacopo Cotto Comis deputato sopra questo per me per° Schian et mo Crist.° Caregaro sindaci et Stefano Tarabuso, Jo Maria Buzo consoli con il suo Jur.to.
Nella casina della Madalena com.e de Soma
- Zanino brazant
- Tognino brazant
- Pavol molinar
- Petro Antonio molinar
- Andreieta de mezana masar
- Giorgio da Varallo masar.
Nello Stato delle Anime dell’Archivio Plebano di S. Agnese N. 5 dell’ Anno 1765 gli abitanti della Cassina Maddalena ammontavano a settanta anime, curate dal Rev. Padre Carlo Francesco Travaino.
In particolare l’origine del nome Maddalena, che è un nome di origini ebraiche il cui significato è “abitante di Magdala”. La città di Magdala si trova vicino a Tiberiade ed il suo toponimo deriva dal termine migdal, che significa “torre”. Maria di Magdala, tramutato in italiano in Maria Maddalena, era un’importante figura femminile del Nuovo Testamento. Sorella di Lazzaro, l’uomo resuscitato dal Cristo, avrebbe seguito Gesù in tutta la sua vita e gli avrebbe lavato i piedi con degli unguenti, asciugandoli poi con i propri capelli.