Una data importante per la città di Somma Lombardo
Il 29 maggio 1997 fu una data indimenticabile nella storia della città di Somma Lombardo poiché in quel giorno si estinse la nobile casata dei Visconti di San Vito, uno dei molti rami del grande albero genealogico Visconti, ed inoltre quello che per tanti secoli compartecipò alla Signoria di Somma.
Infatti in quel triste giorno di Maggio, Don Gabrio Luigi Visconti di San Vito, ultimo erede maschio moriva a seguito di un grave incidente automobilistico sulla autostrada Milano - Laghi in prossimità di Gallarate.
Don Gabrio era il figlio minore che il Marchese Alberto e Adele De Giorgi ebbero dal loro matrimonio ed alla morte del fratello maggiore il Marchese Ermes gli toccò di doverne continuare la stirpe, cosa che gli fu impedito dalla tragica fatalità.
Cosa dire di questa antichissima Famiglia che si definì sempre “esistente da immemorabilis tempi”?
Quest’affermazione fu motivata dal fatto che, la sua origine si perde nella notte dei tempi, sebbene non sia il caso di dar retta ad alcuni suoi apologeti tra i quali: uno la farebbe risalire a Enea il troiano, un altro a Romolo e Remo, e un altro ancora (che si dice sicuro di non sbagliare), nientemeno ad Adamo ed Eva.
Ma bando agli scherzi e restando con i piedi per terra si può affermare con grande serietà e sicurezza, che verso l’anno mille i primi Visconti scesero dall’Alto Vergante, cioè dalla sponda piemontese del Lago Maggiore, per iniziare la loro avventura terrena della conquista delle terre del milanese, poi della Lombardia, indi, fondato il Ducato di Milano pensarono di espandersi oltre nel tentativo forse di unificare sotto la bandiera del biscione tutta l’Italia.
Un ramo di quest’albero rimase però sulle terre sommesi e di esse ne ottenne la Signoria dopo guerresche vicende che portarono alla sconfitta della potente famiglia dei Della Torre già Signori di Somma e altre terre circonvicine. Così a partire dal XIII secolo consolidarono il loro potere politico e militare divenendone i signori ma, cosa inconsueta, senza avere grandi proprietà terriere della qual cosa ovviarono a partire dal XVI secolo.
Con i grandi sconvolgimenti politici e militari che seguirono la Rivoluzione Francese iniziò il declino dei Visconti di Somma: un declino lento ma inarrestabile. Pian piano vennero alienate sia le proprietà terriere che quelle immobiliari; avvennero incidenti luttuosi ad alcuni componenti della Famiglia. Infine, sebbene nell’ultimo decennio i due fratelli (Marchese Ermes e Don Gabrio) fossero riusciti ad unificare la proprietà dell’avito castello sotto la bandiera bianca e verde dei Visconti di San Vito, quello fu il loro canto del cigno in quanto essi perirono tragicamente senza lasciare discendenti.
Così questo casato che durante la sua esistenza conquistò terre, beni, onori e gloria, prima con il solo nome Visconti e dalla metà del XVI secolo (con Hermes che fu il primo) in poi distinguendosi dagli altri omonimi come Visconti di San Vito, si estinse lasciandoci con quel dubbio che un poeta scrisse per un grande della Storia: “fu vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza”. Però noi sorretti dalla fede cristiana semplicemente osiamo dire: “Sic transit gloria mundi”, (così passa la gloria del mondo).
UNA TRAGICA FATALITÀ PORTÒ ALL'ESTINZIONE DELLA CASATA DEI VISCONTI DI SAN VITO
Verso l’anno mille i primi Visconti scesero dall’Alto Vergante, cioè dalla sponda piemontese del Lago Maggiore, per iniziare la loro avventura terrena della conquista delle terre del milanese, poi della Lombardia, indi, fondato il Ducato di Milano pensarono di espandersi oltre nel tentativo forse di unificare sotto la bandiera del biscione tutta l’Italia