Ricorrendo quest’anno e in questo giorno il centenario della disfatta di caporetto dovuto a comandi militari inetti, vorrei ricordare un episodio di grande abnegazione e eroismo di due soldati italiani che nella notte seguente all’avanzata delle sercito austroungarico, volontariamente, senza ordine ricevuti erano penetrati in territorio nemico per riprendersi quattro pezzi di artiglieria in territorio nemico ritirata del giorno prima erano stati abbandonati sul posto.
Per quattro volte con un tiro di due cavalli avevano oltrepassato le linee austriache e per volte erano rientrati fra quelle italiane, riportando ogni volta un pezzo. Di questi due soldati uno si chiamava Simontacchi ed era di Lonate Pozzolo dove ancora risediano persone con questo cognome; l’altro, sergente maggiore, per questa azione decorato “sul campo” di medaglia d’argento (aveva gia’ una croce di querra al merito) direttamente da Emanuele Filiberto di Savoia, duca d’Aosta, comandante della Terza Armata sull’Isonzo, sul Piave e nella controffensiva di Vittorio Veneto, era di Somma Lombardo: si chiamava Morniroli Ermanno ed era mio papà.
Adelmo