Il valore della bellezza nella storia di ciascuno di noi e il murale di “Ravo” sulla parete dell’ex albergo Sempione

Nel gennaio del 1912 le operaie tessili del Massachusetts furono protagoniste di una serie di scioperi finalizzati a ottenere aumenti salariali e la riduzione dell’orario di lavoro a 54 ore settimanali per donne e bambini.
Famoso fu lo slogan che scrissero sui cartelli esposti durante le manifestazioni: “We want bread and roses too”. “Vogliamo il pane e anche le rose”.
Quelle donne non rivendicavano solamente una retribuzione e un orario di lavoro umani, ma anche la possibilità di godere delle cose belle della vita. Una vita fatta di pane e di rose appunto.
È la consapevolezza del ruolo fondamentale che la bellezza ha, al di là di ogni bene materiale, nella storia di ciascuno di noi.
Che si tratti dello stupore per un tramonto o per il sorriso di un bambino, dell’ammirazione per un’opera d’arte, dell’emozione per il dono di un mazzo di rose, della semplice gioia per una serata tra amici, sono queste manifestazioni di bellezza a rendere la nostra esistenza speciale e degna di essere vissuta.
Molte sono le iniziative organizzate per celebrare il Sessantesimo compleanno della nostra Città (e altre sono previste sino alla fine dell’anno), ma ci sembrava importante lasciare un segno che richiamasse e custodisse nel tempo il concetto di bellezza.
Diffondere bellezza, anzi stimolare a prestare attenzione alla bellezza che ci circonda, questo è il senso dell’opera realizzata dal rinomato artista Andrea “Ravo” Mattoni sul muro dell’ex Albergo Sempione.
Si tratta della riproduzione in grande stile e formato di una tela del Seicento, “La Carità”, custodita in una sala del Castello Visconti di San Vito, un’opera che dopo quattrocento anni “esce da quelle nobili mura”, messa a disposizione dei sommesi e di quanti attraversano la nostra città.
L’ignoto autore non poteva certo immaginare il successo raccolto a quattro secoli di distanza dalle sue fatiche. E questo è un invito a non sottovalutare gli effetti positivi, anche a distanza di molto tempo, dei gesti di bellezza e carità compiuti.
Infatti anche il soggetto della tela, una raffigurazione della Carità, è oltremodo significativo.
Rappresenta, a nostro avviso, l’idea di una comunità cittadina che sa e vuole essere solidale e che guarda fiduciosa al futuro (qualunque sfida ci riservi) proprio perché lo affronterà INSIEME.

Stefano Bellaria