La proposta del PD per la riforma del Servizio Socio-Sanitario Regionale
Con questa proposta si vuole dare risposta ai cambiamenti radicali in corso nella nostra società:
L’allungamento della vita – con la tendenziale cronicizzazione delle malattie. Ma anche le innovazioni tecniche e tecnologiche. Oltre ad un’aumentata percezione e richiesta del diritto alla salute. La prevenzione e la promozione di stili di vita sani sono le armi più valide per combattere le malattie croniche.
Dopo due leggi regionali sperimentali occorre un riordino del Servizio Socio-Sanitario Regionale che si riallinei alla normativa nazionale in materia, nello specifico con il D.Lgs. 509/92, riequilibri la rete sanitaria e sociale territoriale rispetto alla rete ospedaliera e recuperi i principi ispiratori della legge 833/78.
Il richiamo di questi principi ispiratori richiede un impegno culturale e motivazionale per recuperare ruolo e funzioni della medicina territoriale dopo un lungo periodo di marginalizzazione.
I principi a cui si ispira la nostra proposta, in coerenza con i principi della legge 833/1978 (Istituzione del Servizio Sanitario Nazionale) sono: DIGNITA’, SALVAGUARDIA, UNIVERSALITA’, BISOGNO, SOLIDARIETA’, EFFICACIA, EFFICIENZA, EQUITA’.
L’assetto organizzativo che vogliamo per il nostro Sistema Socio-Sanitario deve garantire:
- Prossimità;
- Continuità dei percorsi di cura tra territorio ed ospedale
- Integrazione sanitaria – socio sanitaria
- Centralità delle cure territoriali
- Presa in carico vera dei pazienti cronici, pluripatologici, fragili, disabili
- Centralità della persona e personalizzazione delle cure
- Cure primarie snodo centrale
- Tempestività di risposta
- Ruolo a comunità locali, associazioni, terzo settore
- Superamento concorrenza pubblico/privato
- Logica collaborativa ospedale/territorio
- Impulso alla sanità digitale
- Centralità, potenziamento e rilancio della prevenzione.
La nostra proposta individua i soggetti che dovranno compartecipare nel dare concretezza agli obiettivi sopra esposti.
Se pensiamo a una medicina territoriale, determinanti saranno i DISTRETTI SOCIO-SANITARI che dovranno essere ripensati completamente. Basta considerare questi enti come i fratelli minori di un sistema sanitario tutto concentrato sull’ospedalizzazione.
Anche la RETE OSPEDALIERA va ripensata: accanto a centri di elevata intensità di cura, pubblici e privati, occorre garantire una rete di ospedali del territorio, tra l’altro già prevista dall’ultima legge di riforma del Sistema Socio- Sanitario Lombardo, ma mai attuata, se non in modo marginale.
Una voce in capitolo dovranno averla anche i Sindaci e quindi le comunità locali, potenziando e attribuendo un ruolo diverso alle Assemblee dei Sindaci.
Anche il sistema Governance regionale del Servizio Socio-Sanitario va ripensato nella direzione di riacquisire capacità di programmazione, indirizzo, controllo.
Necessario e non più rinviabile un riequilibro del rapporto pubblico/privato.