Che ne sarà domani
Ho provato a immaginare. Se le centinaia di migliaia di profughi, migranti e disperati che sono giunti in Italia e Grecia fossero entrati dal Messico negli Stati Uniti, chi avrebbe deciso il comportamento da tenere: gli stati confinanti, ossia il Texas, l’Arizona, il New Messico o il Presidente degli USA? Nel bene o nel male, in questo caso sta decidendo Trump, poiché egli rappresenta gli interessi dei 50 Stati Uniti. Da noi invece, non esistendo gli Stati Uniti d’Europa, ogni stato membro decide e si comporta come meglio gli conviene. La convenienza sta nel tutelare il solo proprio interesse nazionale, al di là di sporadici e poco incisivi interventi (uno è quello della Germania) che però non affrontano il problema “profughi” in modo organico, nella sua complessità e con l’intento di dare una risposta come “Stati Uniti d’Europa”. Da ciò è facile capire perché la nostra Unione Europea non può dirsi Stati Uniti d’Europa perché è solo una unione monetaria nata pensando ai mercati e non a quei valori che tengono insieme gli USA.
Basti pensare a come stanno affrontando il problema profughi in modo completamente diverso tra loro: Spagna, Francia, Austria, Italia, Grecia, Malta e gli stati balcanici, solo per citare alcuni membri dell’UE.
Sulla questione dei profughi l’Italia, pur riconoscendole di aver fatto molto, non ha saputo portare in Europa le tante problematiche che questo continuo ed enorme esodo ( che non si sa ancora se e quando avrà fine) ha prodotto, con una sola voce nazionale ed unitaria, ferma e decisa a farsi rispettare.
La politica nostrana ha assunto posizioni divergenti, se non a volte opposte, prestando il fianco a chi in Europa poteva facilmente offrire e far poi digerire all’Italia in primis, proposte non eque e non utili alla soluzione migliore e definitiva.
I grandi proclami e le forti prese di posizione dell’odierno Salvini non mi entusiasmano molto. Cos’ha fatto l’europarlamentare Salvini durante i suoi anni di mandato a Bruxelles, in merito a questo problema: l’assenteista? Vorrebbe farci credere che oggi ha a cuore l’interesse italiano? Perché non l’ha fatto prima? Non l’ha fatto perché questo argomento scottante sarebbe risultato utilissimo in campagna elettorale e così è stato.
Infatti egli ha fomentato il dissenso pur di ottenere il consenso.
Ma ora tutta l’Italia si aspetta proposte e risultati seri che non siano solo il banale “rimandiamoli a casa loro”, oppure “blocchiamo i porti”.
Purtroppo però questo grande dramma non lo potrà risolvere Salvini, né la politica italiana tutta, anche se che trovasse un’intesa comune da portare all’Europarlamento. Solo l’Europa, se sarà veramente unita e saprà farsi valere, potrà e dovrà ricercare e trovare le soluzioni insieme a quegli stati che, al di là del Mediterraneo, chi più chi meno apertamente, permettono questo traffico e non mettono in atto interventi necessari ad interrompere l’attuale tristissimo mercato.