Da quando è entrato in struttura, Franco è sempre stato un Signore: sempre con il sorriso, mai una parola fuori posto e di una gentilezza disarmante. È una persona a cui piace stare al gioco, allo scherzo: quando ride, lo fa talmente di gusto che ci è impossibile rimanere indifferenti.
In quest’occasione, abbiamo chiesto ai suoi famigliari di raccontarci un po’ di lui; questi sono i messaggi che sono arrivati dai suoi nipoti e pronipoti, i quali ne parlano con dolcezza e affetto.
Messaggio da Uberto e Gilberto, i suoi nipoti e da Costantino e Ascanio, i suoi pronipoti:
Franco Bonelli, il nonno Oh.
Oh, come l’onomatopea con cui era solito chiamarci nella nostra infanzia. Un nonno all’antica, forgiato dalla vita di campagna e cresciuto sugli argini del Po. Il nostro nonno che senza tante parole ha trasmesso tanti valori a suo figlio e ai suoi nipoti. Valori di lealtà, di sacrificio, di amore per la natura e delle cose semplici. Difficile convincerlo a raccontare la sua vita, ma trovata la chiave una miniera di storie affascinanti a partire dai racconti di chiatte trainate a piedi sul fiume, la pesca, l’esperienza in Somalia e poi a Milano e Malpensa. Un esempio, per come sia stato capace di attraversare le prove più difficili della vita, prove che non si augurano a nessuno. A quasi cento anni capace di piccole, grandi attenzioni per i suoi pronipoti che hanno la fortuna di averlo conosciuto. Cento anni condensati in un uomo discreto e un po’ orso che come diceva suo figlio, il nostro papà adorato, ci ha trasmesso le radici delle nostre origini e ci ha permesso di avere le ali per volare lontano.
Messaggio da Sergio, Massimo e Andrea Panicucci, i suoi nipoti “acquisiti”:
Che dire dello zio Franco.
Classe 1922; nasceva in campagna a Roccabianca nel Parmense, in un mondo completamente diverso da quello odierno. Decisamente migliore diciamo noi!
Entra in Aeronautica e durante la guerra viene mandato in Somalia. Un ricordo che è sempre rimasto vivo nella sua mente, ricco di particolari. In Aeronautica ci rimane fino alla pensione, nella sezione metereologica, prima a Milano e poi a Malpensa.
A tempo perso aiutava noi (Famiglia Panicucci) con svariate attività: per noi “nipoti acquisiti” è sempre stato un punto di riferimento.
Era comunque conosciuto da tutti come il “Maresciallo”. Perde prematuramente la moglie e poi anche il figlio Roberto, noto medico cardiologo, nel pieno della sua carriera.
Ecco... di aneddoti non ne abbiamo molti, ma l’aspetto che ha sempre caratterizzato Franco è stata la sua disponibilità verso il prossimo e quando diciamo prossimo intendiamo veramente tutti. Una parola, un consiglio, un piacere. Tutto sempre disinteressatamente. Questo suo carisma veniva magicamente percepito da molta gente che poi finiva con il confidarsi e confrontarsi con lui.
Insomma, una vera testimonianza cristiana, anche se non entrava mai in Chiesa e, lasciatemelo dire, questa cosa ci piaceva molto. Come dire: Facta non verba!
Ora è prossimo ai 100 anni; un secolo.
Il mondo rurale in cui è nato era quello del Film “L’albero degli zoccoli” di Ermanno Olmi. Un mondo semplice e duro senza comodità e come amava ricordare, non sempre raggiunto ovunque dalla Elettricità.
Durante la Pandemia lo abbiamo “visitato” con lo smartphone.
Ma la vera essenza di Franco Bonelli riesce sempre a volare molto più in alto di qualsiasi tecnologia.
Come avrete capito, Franco è un uomo buono, di quasi cent’anni: la prossima primavera arriverà alla fantomatica cifra tonda, un secolo di vita. E in questa vita, purtroppo, è stato messo a dura prova, attraversando periodi buii, come la perdita della moglie e del suo unico figlio. Ma il suo altruismo e il suo coraggio nell’aiutare il prossimo, senza timore né distinzione alcuna, gli ha permesso di circondarsi di tante persone intorno a lui che gli vogliono bene, che lo stimano e lo supportano. Franco è un esempio da seguire, non ci sono dubbi; è l’esempio che una delle grandi felicità della vita è amare ed essere amati.