IL MESSAGGIO DI PAPA FRANCESCO

"E voi, quale paure avete?".

Occorre la forza di avere coraggio nel presente: spalancate le porte della vostra vita!

 

“E voi, quali paure avete?”. E’ un invito al dialogo diretto, personale, intimo, quello che percorre il messaggio di Papa Francesco per la Giornata Mondiale della Gioventu’ celebrata il 25 marzo scorso in ogni Diocesi, in attesa della “Giornata Mondiale della Gioventù” che si svolgerà a Panama dal 22 al 27 gennaio del prossimo anno.

Il Pontefice, in questo suo scritto, desidera parlare al cuore dei giovani (credenti o non credenti), mostrando cosa si agita dentro di loro:

“Che cosa vi preoccupa di più nel profondo? Una paura di sottofondo che esiste in molti di voi è quella di non essere amati, benvoluti, di non essere accettati per quello che siete”. La paura è indotta dal clima culturale: “Oggi sono tanti i giovani che hanno la sensazione di dover essere diversi da ciò che sono in realtà, nel tentativo di adeguarsi a standard spesso artificiosi e irraggiungibili”. E, con una buona dose di realismo aggiunge che “fanno continui ‘fotoritocchi’ delle proprie immagini, nascondendosi dietro a maschere e false identità, fin quasi a diventare loro stessi un fake”. Nasce da qui un diffuso “senso di inadeguatezza”, dal quale “sorgono tante paure e incertezze”.

Non vuole dare però una risposta Papa Francesco, consapevole che ogni ragazzo ha la sua storia. Ma leggendo dentro l’invito a Maria, semplice ragazza di un villaggio della Galilea (“Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio” – l’Annunciazione nel Vangelo di Luca), spiega che “Dio legge nel nostro intimo, fin dentro le paure, al brivido che proviamo di fronte alle decisioni sul nostro futuro”.

Gettato questo ponte, il Santo Padre introduce un tema difficile e cioè quello del discernimento sulla propria vita, che “si rende necessario nei momenti in cui dubbi e paure affollano il nostro cuore”. E pone una domanda: “Oggi, nella situazione concreta che sto vivendo, che cosa mi angoscia, che cosa temo di più? Che cosa mi blocca e mi impedisce di andare avanti?”. Il discernimento parte proprio dall’aver “identificato le nostre paure”, spingendo poi a superarle “aprendoci alla vita”. Nelle Sacre Scritture – afferma Papa Francesco – troviamo 365 volte l’espressione “non temere”; e questo significa che “ogni giorno dell’anno il Signore ci vuole liberi dalla paura”.

La paura – prosegue il Pontefice – si vince con “la forza di avere coraggio nel presente: spalancate le porte della vostra vita! Non lasciate che i bagliori della gioventù si spengano nel buio di una stanza chiusa, in cui l’unica finestra per guardare il mondo è quella del computer e dello smartphone!”.

Carissima/carissimo giovane,

su questo numero di “Spazio Aperto” ho voluto dar seguito alla mia lettera sul numero precedente di questa rivista (1 –2018), nella quale ti invitavo a trovare un centro nella tua vita, ad avere il coraggio della domanda, il coraggio di pensare… verso la costruzione di ideali di libertà, di bene, di giustizia e di pace.

Ebbene, mi è sembrato bello dare la parola a Papa Francesco, profondo conoscitore del mondo giovanile e capace – come hai potuto leggere qui sopra – di offrire indicazioni preziose per il tuo cammino, vincendo le paure che ci fanno rinchiudere in noi stessi e non ci permettono di realizzare in pienezza quelle grandi aspirazioni e scelte che portiamo nel nostro cuore e sentiamo vere per il nostro futuro, per costruire una vita buona e ricca di significato.

Diceva J. Maritain: “Abbiamo tutti bisogno, oggi, di molto amore per vivere bene!”. Vedi: il contrario dell’amore non è l’odio, ma l’indifferenza. L’odio è spesso una variante impazzita dell’amore. L’indifferenza, invece, riduce a nulla l’altro; non lo vedi neppure, non esiste più. L’indifferenza ruba vita agli altri, è la linfa segreta del male. Apriti all’amore vero, al dono di te stesso: non sarai mai indifferente, non avrai paura!

Un sincero abbraccio!