Una grande lezione di vita, nel segno del servizio e della solidarietà
C’è una vecchissima storia, che racconta di uomo che, recatosi in pellegrinaggio in una grande città del passato, vede per strada un tipo sudatissimo, stremato, che sta spaccando pietre. Si avvicina e gli chiede: “Che cosa state facendo, buon uomo? ”E il tipo: “Vedete, signore, sto spaccando pietre. E’ dura, ho mal di schiena, ho sete, ho caldo… faccio un mestiere da cani, non sono più un uomo…” Il pellegrino prosegue, e vede più lontano un altro tipo, anche lui sta spaccando pietre, ma non ha l’aria così malmessa come il primo. “Cosa fate, buon uomo?” “Eh, si, mi sto guadagnando la giornata! Spacco pietre, non ho trovato un lavoro migliore per dar da mangiare alla mia famiglia, ma sono contento che almeno ho questo qua!”. Il pellegrino continua e si avvicina ad un terzo uomo. Anche lui sta tagliando pietre, ma è sorridente, energico, sereno. “Cosa fate, buon uomo?” E il tipo risponde: “Ah, caro amico, io sto costruendo una cattedrale!
Da quest’anno posso finalmente dare il mio piccolo contributo di servizio al Giugno Mezzanese e, vi confesso, che vedere dall’interno come lavora alla perfezione questa “grande macchina” del Giugno e le “enormi” fatiche che i volontari fanno ogni giorno di apertura è davvero impressionante. Ciascuno fa il proprio dovere con il sorriso sulle labbra, ci si aiuta a vicenda e quando la stanchezza comincia a farsi sentire una pacca sulla spalla del vicino, una battuta spiritosa e si va avanti fino a tarda notte per pulire e riordinare per il giorno successivo.
Com’è bello vedere famiglie intere che lavorano insieme: ci sono madri di famiglia che dopo una giornata di lavoro sono ai fornelli con un caldo pazzesco, a preparare i famosi “gnocchetti” e tante altre succulente bontà, oppure sono a servire al bancone, alle casse, o a pulire i tavoli. Ci sono i papà tutta sera a friggere e a grigliare e che dire dei giovani ragazzi tanto volenterosi che cucinano o servono al bar. Ci sono anche due simpatici pizzaioli che non si fermano mai! Ma quello che più mi ha colpito è l’esempio delle persone anziane, incurvate da una vita laboriosa, che con tanta devozione e semplicità offrono ancora tutte le loro energie lavorando fino a fine serata.
Ecco perché ho iniziato il mio scritto raccontando la storiella degli spaccapietre: perché tutti i volontari del Giugno per me sono come il terzo spaccapietre che non vede la propria fatica ma che sa vedere “oltre”. Io penso che nel cuore di ciascun volontario ci sia la grande motivazione di offrire tutto al Signore, questo è il vero “motore” del Giugno Mezzanese: avere la consapevolezza che tutto quello che si dona al Signore (anche attraverso la propria parrocchia) dà vero senso alla vita e il Signore saprà come ricompensare tutti e ciascuno.
In queste mie giornate al Giugno, ciascuno, regalandomi un sorriso, uno sguardo, e soprattutto con il suo esempio, mi ha donato tante belle emozioni e soprattutto mi ha dato una grande lezione di vita! Voglio davvero ringraziarli tutti!
Daniela Peruzzotti