Nel  1921 arrivò a Somma una Famiglia di quindici persone alla quale venne assegnata in affitto una cascina di proprietà dei Visconti di Modrone, proprietari anche della sinistra del Castello prospiciente la via Visconti di Modrone, in Via Vignola. La Famiglia, bergamasca, oltre che dai coniugi era composta da quattordici figli il cui mediano aveva quattordici anni.

Questo ragazzo fu subito chiamato dall’amministratore dei beni a guidare il calesse dell’Amministratore Sig. Cav. Luigi Porro in modo che lo accompagnasse nelle visite degli affittuari locali e rimase a servizio generale per quattro anni, finché fu chiamato a militare.

Ripresa la vita civile incontrò una ragazza con la quale decise di sposarsi nel 1934. Al momento della festa matrimoniale lo sposo disse alla sposa: “arriverà il giorno che io comprerò il Castello Visconti di Modrone!”

La sposa rimase attonita ma avendo valutate le qualità volitive dello sposo disse che avrebbe collaborato perché la Famiglia raggiungesse il traguardo.

La vita scorse con sacrifici e dedizione al lavoro ed ai risparmi così che nel 1957 la famiglia acquistò la parte del castello composta dal fabbricato e giardino con uscita in via Visconti di Modrone.

L’ acquisto venne stipulato nell’abitazione della famiglia una domenica mattina dal Sig. Conte Ruggero Visconti di Modrone, accompagnato dal grande produttore di armi, il proprietario della Ditta Dupont.

Restava quindi l’incombenza di recarsi in castello Visconti di Modrone a ricevere le chiavi della proprietà. L’emozione era talmente forte da impedire al cuore di andare dal sig. custode Umberto Casolo Ginelli. Fu pertanto incaricato il figlio e con un atto fu assicurata la permanenza gratuita, nei locali abitati vita natural durante, al signor custode.

A quel punto iniziò la campagna della casata San Vito, che desiderava acquistare la parte di castello mancante, in modo da unificare il complesso. Fatto lodevole se non che l’acquirente voleva andare a viverci con la Famiglia.

A perorare la causa intervennero tutte le autorità locali e provinciali e naturalmente il Sig. Prevosto di Somma ma senza successo. Fu necessario il buon senso della Moglie, che gli fece notare che così facendo avrebbe vincolato l’avvenire dei figli, che difficilmente avrebbero potuto provvedere al mantenimento di una simile proprietà. La moglie si oppose energicamente anche alla vendita dei cassettoni dei soffitti agli antiquari fiorentini e del mobilio agli antiquari brianzoli, che avrebbero permesso alla famiglia di triplicare la cifra impegnata con l’acquisto. Il complesso doveva restare com’era. Si limitò a prendere con sé un tavolino che era in una sala secondaria di attesa ed un piccolo divano a tre posti.

A questo punto il proprietario incontrò il portinaio del Sig. Marchese Alberto di San Vito il quale, data la confidenza sempre intervenuta tra loro, lo invitò a cedere la proprietà al suo datore di lavoro. Dopo due ore il Castello diventò di proprietà della Casata San Vito.

Il prezzo non venne mai discusso, fu concordata una permuta di terreni che sorprese anche l’acquirente. Il ragionamento che fece il venditore al sig. Marchese fu elementare: a me è bastato aver realizzato un sogno! Pertanto in questa trattativa non si deve parlare di soldi!

Il Sig. Marchese narrò allora di una leggenda antichissima nella quale le due casate si sfidarono a duello, vinto dal Visconte di Modrone, che però venne colpito dall’anatema del San Vito: oggi tu mi uccidi ma verrà giorno che la tua casata sarà un nostro possedimento. 

 


 

IL CASTELLO in questo passaggio di proprietà non nobile FU PAGATO DICIASETTE MILIONI DI LIRE e, sempre per l’emozione, l’assegno del pagamento fu firmato dal figlio della Famiglia acquirente: Vaglietti Albino.

La Famiglia era Composta da Vaglietti Angelo 1907 - Carcano Anna 1912 - Vaglietti Albino 1934 e Vaglietti Luigina 1940. 

 

 

Albino Vaglietti