In questi mesi segnati dall’incertezza fermiamoci a riflettere. Tre citazioni per guardare avanti con speranza
In questo nostro tempo, ancora segnato dalla terribile pandemia del coronavirus che ha colpito il mondo intero ed ha causato centinaia di migliaia di morti, abbiamo tutti certamente bisogno anche di parole che ci aiutino a guardare avanti con fiducia e con speranza.
Per questo vorrei lasciare tre (a mio parere) luminose citazioni che ho trovato e sulle quali potremmo fermarci a riflettere un po’, perché ritengo che possano farci bene e sostenerci in questi mesi ancora segnati dall’incertezza e forse anche dalla paura, alle prese con una situazione che nessuno si sarebbe mai aspettato di dover affrontare.
Ecco la prima: “Affrettati a vivere bene e pensa che ogni giorno è in se stesso una vita”. L’ha scritta il filosofo latino e pagano Seneca. È molto bella la sua intuizione che lo porta ad affermare che “ogni giorno è in se stesso una vita”. A dire che non dobbiamo assolutamente sciupare ogni “frammento” della nostra esistenza, perché in esso possiamo scoprire un piccolo seme da far fiorire, una scintilla di luce da far brillare, un qualcosa di positivo che dia la possibilità di non arenarci nelle secche della delusione e del risentimento, per guardare con fiducia al domani e al tanto bene che sta davanti a noi e che possiamo certamente costruire con tanta pazienza e con altrettanta tenacia.
L’altra citazione è del poeta inglese del Seicento John Milton, tratta dal suo capolavoro “Il Paradiso perduto”. Afferma: “Non amare né odiare la vita; ma quella che vivi, vivila bene”. Milton ci ricorda che non basta vivere, ma occorre “vivere bene”. Il dono del tempo, anche per noi uomini e donne del XXI secolo, non è neutro, ma è sempre segnato dalla moralità. Per questo sta a noi decidere quale sigillo imprimervi: se quello dell’amore o dell’odio, del bene o del male, del vero o del falso, del giusto o del perverso, dell’egoismo o della condivisione, dell’accoglienza o del rifiuto, del giudizio perentorio o della misericordia. Oggi nelle famiglie, nella scuola, nel mondo del lavoro, nelle nostre comunità ci si accontenta sempre più del minimo comune denominatore e ci si dimentica che non è sufficiente vivere, ma occorre vivere bene, all’insegna di una sana eticità che costruisca in ogni ambito il bene per sé e per gli altri.
La terza e ultima citazione è dello scrittore tedesco del Settecento Christian Gellert, che ha composto anche degli inni sacri. Ecco le sue parole: “Vivi come desidererai di aver vissuto quando sarai sul letto di morte”. Di certo in quell’istante supremo vorremmo cambiare tante nostre scelte del passato, ci renderemo conto dei tanti sbagli compiuti nella nostra esistenza, delle occasioni sprecate, del bene che avremmo potuto fare, delle situazioni che potevano essere diverse e più costruttive. Ma questo fa parte della vita, del nostro essere limitati. Ed allora, perché non cominciare a cambiare da adesso, in corso d’opera, a partire dalle piccole o grandi scelte che dobbiamo compiere nel quotidiano. Proprio per evitare poi di avere tanti rimpianti!
L’augurio che desidero lasciare a voi lettori è di un grande pensatore, il Cardinale John Henry Newman, filosofo e teologo nato a Londra il 21 febbraio del 1801 e morto a Edgbaston l’11 agosto del 1890, canonizzato (proclamato santo) da Papa Francesco il 13 ottobre 2019 (mi scuso: è una quarta citazione!). Diceva così: “Non aver paura che la vita possa finire; abbi invece paura che non cominci mai davvero!”.