Estratto dal libro: PATRIOTI SOMMESI MORTI PER LA LIBERTA
Sebbene la nascita dell’opposizione al fascismo mussoliniano sia sorta proprio con il nascere del fascismo stesso, una vera e propria lotta “armata”, la possiamo datare a dopo il 25 luglio del 1943, cioè subito dopo la caduta del governo mussoliniano e il conseguente arresto di Mussolini.
Con questo mio lavoro voglio ricordare coloro che dopo l’8 settembre 1943 presero le armi, combatterono e morirono nel tentativo, questa volta “riuscito”, di portare l’Italia e gli italiani a vivere in piena libertà di pensiero, parole e azioni che, fin a quel tempo, a motivo del regime imposto, era impossibile.
Con l’ausilio di documenti ritrovati negli archivi provinciali di Milano e Varese, in quello del Comune di Somma Lombardo, delle parrocchie di S. Agnese e S. Stefano, in parecchi libri di carattere storico e documentaristico dove i fatti avvenuti negli anni successivi all’8 settembre erano raccontati con dovizia di documenti probanti e, non ultimo, dalla voce di coloro che li “vissero” quegli avvenimenti, io racconterò la storia di ciascuno di loro, però scusandomi anticipatamente se ho commesso errori o omissioni, precisando che, qualora ci fossero, non sono stati voluti.
Dal 25 luglio 1943, cioè dall’ordine del giorno Grandi che, con l’arresto del Cav. Benito Mussolini (il Duce), si diede inizio alla fine del Fascismo in Italia.
Ricordo l’euforia che la popolazione sommese manifestò con le grida: “hanno arrestato Mussolini”, “il fascismo non c’è più”, e “la guerra è finita”, e che fecero di tutto per disfarsi di quello che potesse testimoniare la loro appartenenza al caduto P.N.F., (primo oggetto fra tutti fu il distintivo da portare all’occhiello della camicia o della giacca, detto scherzosamente in dialetto “ul scimas” = la cimice), salvo poi, ritornare alla tragedia quotidiana perché fu tutta una pia illusione poiché la guerra continuava e più crudele di prima, e il Fascismo continuò ad esserci anche se cambiò nome da P.N.F. a Partito Repubblicano Fascista.
E la guerra continuò …. ( - )
Vi erano però pochissime persone, e in speciale modo i giovani, che si gettarono personalmente nella mischia mettendosi in gioco perché sentivano dentro di loro il desiderio di far finire al più presto la guerra, alcuni arruolandosi tra le file dei “repubblichini”. Altri invece preferirono andare ad arruolarsi tra le file delle brigate parti-giane che operavano in clandestinità, o sulle montagne, perché sentivano dentro di loro il desiderio di un cambiamento radicale, di poter finalmente essere liberi di dire e fare quello che loro volevano.
Per questa libertà, molti giovani e non, pagarono il prezzo più alto che si possa chiedere a un uomo, quello che è di più sacro e importante, cioè la VITA. (- -) Anche a Somma Lombardo, in quei pochi anni di rivoluzione sociale e di guerra fratricida, vi furono dei sommesi che caddero (- -) tra le file dei “Patrioti per la Libertà”, e di questi ultimi cercherò di darne una testimonianza, la più ampia possibile e veritiera, ma però chiedendo scusa se, involontariamente sono in corso in qualche piccolo errore o dimenticanza. (- -_)
Un'attenta ricerca effettuata negli archivi provinciali di Milano e Varese, in quello del Comune di Somma Lombardo, delle parrocchie di S.Agnese e S.Stefano, in libri di carattere storico e documentaristico e, non ultimo, con la raccolta della voce dei testimoni.
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"Racconterò la storia di ciascuno di loro"